Competenze professionali del Dietista – Documento di posizionamento

Nel nostro Paese il settore della nutrizione nel tempo è diventato sempre più articolato e complesso, caratterizzato da percorsi formativi molto eterogenei (corsi di laurea magistrale e scuole di specializzazione con obiettivi formativi diversificati) aperti a figure professionali di varia provenienza spesso estranea all’ambito nutrizionale. Le competenze acquisite in tali percorsi formativi sono pertanto altrettanto diversificate e articolate entro livelli di professionalità e responsabilità limitati a singoli settori / ambiti della nutrizione.

Il Dietista è l’unico professionista nel panorama italiano, europeo ed internazionale, dall’iter formativo di base e post base interamente dedicato all’area della nutrizione, sia sotto il profilo della prevenzione, che quello della cura e riabilitazione, nel rispetto del profilo professionale (DM. 744/’94) 

Il contesto sopra descritto è alimentato inoltre da scorrette informazioni ed interpretazioni delle norme di riferimento, cui si aggiunge la diffusione di false affermazioni volte a confondere o negare le competenze e l’autonomia professionali proprie del Dietista, rischiando di creare confusione tra i professionisti stessi ed in particolar modo tra i cittadini e le istituzioni.

Alla luce di queste considerazioni,  la Commissione d’Albo nazionale dei Dietisti, all’interno della Federazione Nazionale degli Ordini dei TSRM e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, ha ritenuto prioritaria un’azione finalizzata a fornire un contributo di chiarezza e correttezza informativa,  elaborando un documento che fornisce un quadro completo circa la figura professionale del Dietista, il suo iter formativo, le sue competenze ed ambiti occupazionali, confrontandolo con i corrispondenti parametri di riferimento degli altri professionisti di ambito nutrizionale (in particolare Biologi ed altri provenienti dalle Scuole di specializzazione in  Scienza dell’Alimentazione per laureati non medici – tabella in appendice).

L’intento è quello di dare massima diffusione del documento presso le istituzioni, gli enti pubblici e privati e le società scientifiche, non certo nell’ottica della competitività/conflittualità tra professionisti, quanto piuttosto nell’ottica della tutela della salute dei singoli e delle collettività.