La Prevenzione non può annegare nell’indifferenza!

Con l’inizio della stagione estiva, ci troviamo ancora una volta a dover commentare alcuni tragici eventi verificatisi all’interno di impianti natatori o stabilimenti balneari.
L’ultimo episodio, in una piscina della zona Borghesiana a Roma, ha causato l’intossicazione di cinque bambini, uno dei quali è tuttora ricoverato in ospedale con il rischio di danni neurologici permanenti.
Solo nei primi sei mesi dell’anno, si contano già oltre 30 incidenti in piscina emersi agli onori della cronaca nazionale o locale, di cui una ventina con conseguenze sulla salute degli utenti.
Numeri inaccettabili che evidenziano una carenza strutturale nelle politiche di prevenzione in materia di tutela della salute e sicurezza della popolazione.
Le piscine, per la loro natura, sono complessi attrezzati caratterizzati da alto rischio, in particolare per l’esposizione a sostanze chimiche, microrganismi patogeni e per l’annegamento.
In questo complesso contesto il ruolo del Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro si dimostra centrale e imprescindibile sia in ambito pubblico, come organo di controllo, che in quello privato come consulente.
Il Tecnico della prevenzione è un professionista sanitario in possesso di laurea abilitante, in grado di assicurare e garantire l’applicazione di misure efficaci per tutelare la salute pubblica negli ambienti di vita e di lavoro.
Come previsto dai LEA (Livelli essenziali di assistenza) ex DPCM 12 gennaio 2017, la vigilanza sugli impianti natatori è affidata alle ASL, che operano attraverso i Servizi di igiene e sanità pubblica, avvalendosi proprio dei Tecnici della Prevenzione. Questi professionisti sanitari difatti possiedono competenze distintive grazie alle quali sono in grado di verificare aspetti cruciali come la sicurezza negli impianti natatori, la qualità delle acque, la gestione degli impianti tecnologici, l’adeguatezza delle misure di primo soccorso e la corretta attuazione delle procedure di autocontrollo.
Eventi come quello di Roma impongono un’immediata riflessione: è necessario che le Regioni investano con decisione nei programmi di prevenzione, di potenziamento e di valorizzazione delle competenze distintive del Tecnico della Prevenzione, e che i gestori degli impianti comprendano l’inderogabile necessità ed urgenza di adottare protocolli concreti ed attuabili per la gestione della sicurezza negli impianti natatori, avvalendosi di professionisti qualificati tra i quali i Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, iscritti all’Ordine TSRM e PSTRP.
Valorizzare dunque la figura del Tecnico della Prevenzione significa garantire un presidio costante e qualificato per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro.
La Prevenzione è tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Savino Lamarca e Domenico Di Gennaro – Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro